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Feeder in mare al Porto di Napoli

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FEEDER IN MARE CON GIANCARLO ASQUITTI E COLMIC

Nonostante il caldo torrido di questo periodo estivo non mi faccio intimorire per una bella pescata di feeder in mare. Obiettivo di giornata tentare di insidiare qualche bel sarago nel porto di Napoli. In particolare la meta di giornata è il cosiddetto Antimurale, la diga che protegge il porto del capoluogo campano. Viene chiamato Antimurale dai pescatori del posto che, come tutte le domeniche, non resistono alla tentazione di calare le proprie lenze.

Ad aspettarmi sul luogo c’è Luigi di Stazio, promoter Colmic per la Campania e la pesca in mare. Per raggiungere l’Antimurale è però necessario effettuare qualche minuto di barca, guidata dall’amico Giovanni. Ogni week end Giovanni mette a disposizione la propria imbarcazione per portare i pescatori sul posto di pesca.

Luigi è un pescatore esperto del posto e non potevo affidarmi a persona migliore per questa pescata tra promoter Colmic. Lui esperto di pesca in bolognese in acque salate, io per quel riguarda il feeder in mare ed acqua dolce.

Come si nota dalle foto, il posto è molto comodo per il posizionamento dell’attrezzatura. La pesca si effettua principalmente verso l’interno del porto, a seconda anche delle condizioni del mare. Come la maggior parte dei porti si presenta con un bel fondale che raggiunge fino a 15 metri di profondità. Per quanto riguarda la corrente, essa è condizionata dalle maree e dalle condizioni del mare all’esterno.

Il panorama è unico, con il golfo di Napoli a dominare tutta la zona e le mega navi da crociera ormeggiate all’interno del porto. Ma non perdiamoci in troppi sentimentalismi. Siamo venuti per pescare, non per guardare il panorama. La sveglia naturalmente è prima dell’alba per essere proprio all’alba in barca verso l’Antimurale.

L’obiettivo di giornata, oltre ad insidiare i grossi saraghi che stazionano in zona, è quello di provare alcuni prodotti Colmic. In primis la nuova S3 Next Adventure in tre pezzi con casting 60 grammi. Una grammatura non esagerata per non perdere sensibilità di cimino sulle mangiate. La misura prescelta è quella da 13 piedi, 3,90 metri. Obbligatoria sia per l’altezza sul’acqua, sia per avere maggiore azione di pesca durante il recupero del pesce. Il fondale marino presenta sempre degli ostacoli, quindi è obbligatorio riuscire ad alzare subito la cattura dal fondo.

Non poteva poi mancare una delle mie preferite, la Black Queen, sempre da tredici piedi. Una canna nata per la pesca a lunghe distanze in acque interne, che ultimamente sta riscuotendo grande successo anche in ambito marino. A fare da contorno poi i pasturatori Bullet Feeder Net da cinquanta grammi. Un prodotto interessante per il mare in quanto garantisce precisione nel lancio e maggiore velocità di caduta verso il fondale. Inoltre questi bullet di Colmic possono essere caricati con un buon quantitativo di pastura/bigatti incollati.

Questa sessione di pesca è stata l’occasione per provare l’ultimissima novità della casa toscana. Parlo del nuovissimo Fluorocarbon Seaguar Secol Power-F nelle misure 0.14 – 0.16 mm montato su un amo N500 del n.16.

Il fluorocarbon è fondamentale quando si pesca in mare utilizzando spezzoni fino a due metri ed oltre di lunghezza. L’utilizzo del nuovo Seaguar di casa Colmic è l’ideale in quanto ha un’alta resistenza all’abrasione. Pescando in mare è molto alto il rischio di sfregare il filo contro gli scogli, rovinandolo.

Avendo a disposizione due canne opto per metterle entrambe in pesca. La S3 Next Adventure Colmic ad una distanza di 35 metri. La Black Queen attorno ai 65 metri. La pescata già dai primi lanci si fa interessante, finalmente se considero le precedenti uscite. Al secondo lancio la canna mi viene strappata dal Feeder arm. La lotta si fa subito ferrea e subito l’adrenalina va alle stelle. Usando uno 0.14 mm di finale la paura di rompere è tanta, ma dopo qualche minuto di combattimento un bel sarago arriva a guadino.

Un primo test migliore per questo fluorocarbon non potevo chiederlo. Ho subito apprezzato il Secol Power-F che, oltre alla resistenza all’abrasione, ha dimostrato un’ottima morbidezza e resistenza al nodo. Devo ammettere che mi ha stupito, risultando molto più performante di altri fluorocarbon simili grazie alla strabiliante invisibilità.

La pescata prosegue ed anche la Black Queen si piega. Inizia un vero e proprio tiro alla fune con un bel pesce che però si conclude con la vittoria dello sparide. Fortunatamente le mangiate si susseguono, con diverse catture di saraghi che mettono alla prova sia la sensibilità dei vettini, sia l’azione progressiva di punta delle mie canne.

Che dire, non posso che essere soddisfatto della pescata e della mia attrezzatura Colmic. Canne, fili ed ami sono stati all’altezza della situazione, dandomi sicurezza durante la sessione di pesca. Sicuramente torneranno presto in azione a breve, sempre nelle acque salate per effettuare altre catture a feeder in mare.

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