Partiamo dal presupposto che già tutti sapete come si è concluso il Campionato del Mondo per Clubs di pesca a feeder; nel caso non lo sappiate, questa 8° edizione ha visto un vero e proprio dominio dei pescatori ungheresi. Primi e secondi, con un vero abisso in termini di punteggio nei confronti di tutta la concorrenza.
Generazione di Fenomeni..ungheresi
A conquistare il titolo mondiale, per la seconda volta nella categoria feeder fishing, è stata la squadra del Maros-Walterland Feeder Team. Una vera e propria corazzata guidata da Walter Tamas, il due volte campione del mondo individuale di pesca al colpo e svariate volte campione del mondo a squadre con l’Ungheria sia nella pesca al colpo, che nel feeder fishing e Csillag Làszlò, al momento primo nel ranking mondiale di pesca al colpo. Due plurititolati al comando di una squadra di plurititolati anche nella disciplina del Method Feeder (tanto per cambiare): Bakò Peter, Tamas Vegh, Erdei Attila e Aron Balog. Nomi che chi mastica di agonismo, sa che valore abbiano.
Solamente 32 penalità, con una prima prova “normale” da 19 penalità ed una seconda prova monstre da 13 penalità. Ricordiamo che i settori erano da 16 concorrenti, in un campo gara davvero di difficile interpretazione e di cui parleremo tra poco. Alle loro spalle i connazionali del MOHOSZ CarpZoom Feeder Team distanzati di sole sette penalità. Anche loro non gli ultimi arrivati nel panorama internazionale.
Classifica Cortissima
Alle loro spalle il vuoto. O meglio, alle loro spalle una classifica cortissima come forse non si vedeva da anni in un campionato del mondo con così tante squadre partecipanti, ben 32. Pensate che in sole undici penalità ci sono ben otto squadre. E quelle dietro non sono nemmeno così tanto più lontano. La Moldova sale sul terzo gradino del podio con 53 penalità, ma dai cechi del Moprotivin Feeder Team ai tedeschi della ASC Hansesttipper Nord Team Word ballano otto penalità. Ed in questo gruppone c’è anche la Lenza Emiliana Tubertini, nona con 63 penalità ed a sole dieci penalità dal podio. Un nulla in una campionato come quello svoltosi in Serbia quest’anno.
Soddisfazione Lenza Emiliana
Qualcuno potrebbe dire: “Il solito risultato italiano nel feeder fishing, lontano dal podio. La solita figura anonima. Nel feeder siamo ancora lontani. Non ci hanno capito nulla”. Non questa volta. Non quest’anno.
Noni in classifica, è vero, ma su trentadue clubs. Noni in classifica, a sole dieci penalità dal podio. Dieci. In un campionato come questo, tiratissimo ed imprevedibile, è veramente il nulla. Cosa è mancato? Forse limare qualche piccolo dettaglio, ma la Lenza quest’anno ha fatto veramente preoccupare gli avversari fin dalle giornate di prova. A prova contraria, i risultati nei vari settori sono di altissima caratura. Se solamente nel settore E si fosse riuscita a capire meglio la pesca, ora staremmo parlando di un meritatissimo podio.
Spauracchio Lenza
Avete letto bene. Durante le giornate di prova i ragazzi campioni d’Italia 2024 hanno mostrato tutte le loro capacità nella cosiddetta “peschetta” corta. Alborelle, gobi e sopratutto carassini. Gli italiani sono stati gli unici su tutto il campo gara a mostrare una vera e propria forza nella pesca di ricerca e velocità sui carassi. Gli unici a prenderli. Piccoli, vero, ma catturandone oltre cento in cinque ore di gara, la differenza era importante in almeno tre settori su cinque. Al giovedì la voce che girava era la seguente: “Gli italiani sono i migliori nella pesca corta”. Ed è andata proprio così.
Una vittoria di settore la domenica con Alessio Casilli. Un secondo posto di Marco Gatti ed un terzo di Lorenzo Sinibaldi al sabato (a meno di cento grammi dal primo). A seguire, rispettivamente un ottavo, un sesto ed un settimo posto conquistato con le unghie e con i denti, sempre a pochi grammi da quelli davanti. E poi la magia di Riccardo Raggi nel settore A, quello più ostico.
La Favola di Riccardo Raggi
Dal rischiare di non partecipare per problemi di smarrimento di documenti alla dogana serba, che ha obbligato un ritorno in fretta e furia in Italia ed il rifacimento dei documenti di viaggio, saltando il lunedì di prova, ad essere tra i migliori della Lenza Emiliana con due gare stratosferiche nel Settore A.
Quali problemi aveva il Settore A? Semplice. Pesce pressochè inesistente nei primi sessanta metri, per poca profondità e condizioni da surfcasting durante le gare. Parliamo del settore più battuto dal vento, con le onde che sono state una costante non indifferente. Riccardo nella giornata del sabato ha racimolato tutto quello che poteva nel sottoriva, conquistando un ottava piazza con soli cinquecento grammi. Domenica invece è andato all’attacco. Pescata a settanta metri nel fondone. Attese lunghe. Quattro pesci; Due chili e settecento grammi; secondo di settore. Una vera magia.
Magia Peschetta al Centro
Se Raggi ha fatto due gare di assoluto livello in un settore davvero complicato, il resto del lavoro è stato fatto nei settori centrali, quelli dove la peschetta poteva salvare il risultato. Marco Gatti, il migliore della Lenza con una sesta e seconda piazza, Alessio Casilli con un’ottava e prima piazza e Lorenzo Sinibaldi con una terza e settima piazza, hanno fatto quello che tutti temevano: la peschetta. Carassini, alborelle, gobies ed ogni tanto qualche jolly di carassi da 200 grammi che hanno arrotondato il peso. Quella è stata la vera forza della Lenza Emiliana, che ha mostrato al mondo del feeder fishing cosa vuol dire impostare una pescata a corta distanza e di velocità.
Settore E: la Piaga della Lenza
Purtroppo è andata proprio così. Il settore E era quello che durante la settimana aveva regalato la migliore pescosità. La stessa Lenza nella giornata di venerdì aveva portato come peso maggiore ben 7000, ma nei giorni precedenti si erano viste anche pesate di prova fino a 10 chilogrammi. E sembrava anche che i ragazzi di Glauco Tubertini, Manuel Marchese e Massimo Vezzalini fossero ben in pesca sulla pesca dei carassi di taglia sulle distanze oltre i trenta metri. Purtroppo durante le gare le condizioni sono nettamente cambiate. Per tutti ovviamente, ma ancora di più per la Lenza, che prima con Matteo Tubertini e poi con Mario Casale hanno avuto dei problemi a “tagliare fuori” i tanti, troppi Gobies di disturbo. Alla fine quelle 26 penalità hanno impedito un possibile e meritato podio. Ma non c’è rammarico, perchè la figura è stata comunque più che buona.
Cosa è Mancato?
E’ mancato un pizzico di esperienza in più in condizioni a noi inusuali.
Per prima cosa: la pesca in fiume.
Le gare in Italia si svolgono principalmente in canali e non in fiumi come il Danubio. Attenzione però, qua non si parla di pesca in corrente o in acqua ferma, perchè il campo gara di Brza Palanka, all’estremo est della Serbia, presentava corrente pressochè assente. Alla fine era come pescare in un enorme lago, largo il doppio dei Laghi di Mantova (se non di più), con la corrente distante probabilmente almeno 150 – 200 metri dalla riva. Il tutto però, con il tipico fondale fatto di ciottoli, conchiglie e grossi erbai. Campi gara con questi condizioni, non esistono da noi. E poi, noi andiamo in Fiuma, Ostellato, Corbara, Brian, Canal Bianco (che non è un fiume), etc etc.
Seconda cosa: le specie ittiche presenti.
Vimba, alburno fino a 20 – 25 grammi, gobies, gardon e carassi. I carassi sono presenti nelle acque italiane, ma li peschiamo nei canali con l’acqua ferma o che può essere in movimento tipo la Fiuma, ma sempre in condizioni di larghezza non superiore ai 35 metri.Per il resto, pesci che non peschiamo mai durante le gare e che hanno un comportamento totalmente differente dalle breme che siamo abituati a pescare.
Terzo Punto: La Pasturazione
In Italia tendiamo ad effettuare una pasturazione massiccia per tutto l’arco della gara. L’acqua è per lo più ferma. Quando si pesca in fiume, non va proprio così. I pesci non si appallano, i pesci tendono ad essere sempre in movimento e possono stazionare per qualche minuto e poi “stufarsi” ed andare altrove. I pescatori dell’est sanno bene cosa fare quando ci si trova in queste condizioni, pasturando molto meno e pescando addirittura con il pasturatore scarico.
Quarto Punto: I pesci grossi sono pochi
Sapete cosa abbiamo visto sul Danubio? Tante bottiglie ancorate sul fondo. Quelli erano filaccioni o reti. Ricordiamoci che nell’est europa la pesca è una risorsa di sostentamento. Carpe, amur, pesci gatto, siluri, perca ed anche carassi, vanno sulle tavole dei ristoranti. I pesci grossi stanno lontano da riva, dove possono cercare di salvarsi dalle reti. Quindi, bisogna andare a cercarli con la giusta attrezzatura e con la giusta impostazione.
Conclusioni
Ad ogni modo, la soddisfazione per il risultato finale è comunque tanta ed il morale altissimo (anche dopo le 14 ore di viaggio dal punto più ad est della Serbia all’Italia). C’è la consapevolezza che è stata una trasferta di crescita, che può solo giovare sia ai sei ragazzi impegnati nel mondiale, sia ai capitani ed agli accompagnatori: Matteo Tubertini, Riccardo Raggi, Marco Gatti, Lorenzo Sinibaldi, Alessio Casilli e Mario Casale, capitanati da Manuel Marchese e Massimo Vezzalini, con il supporto di Glauco Tubertini, Manuel Govi, Goffredo Sinibaldi, Andrea Raggi e Matteo Maggi.
Testa al prossino anno, con la quasi sicura partecipazione alla 9° edizione del Campionato del Mondo per Clubs Feeder Fishing in Croazia, a Cakovec.