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LIGHT DRIFTING D’AGOSTO
Sono all’incirca le 15:00 quando, caricata la barca, esco dal porto alla volta di uno spot nei pressi di Gaeta. Il luogo prescelto per la “pescatella” pomeridiana è caratterizzato da una franata che risale dai 31 mt fino ai 19/20 mt, sferzata da correnti spesso sostenute che facilitano l’accumulo dei nutrienti e quindi dei pesci foraggio con conseguente innesco della catena alimentare.Il periodo scelto non è dei migliori, infatti, con il traffico di barche, le prede di maggiore pregio o si spostano cercando acque profonde, oppure, sono estremamente diffidenti e difficili da insidiare. Per contro però, trovo ad accogliermi un indefinito numero di sugarelli che danno filo da torcere alla mia attrezzatura e mi garantiscono catture costanti lungo tutto l’arco della pescata. Passando all’impostazione di pesca: di fondamentale importanza è logicamente la pasturazione, una cassetta di sarde (anche congelate ) da tagliare a pezzetti ed un apposito pasturatore per far arrivare parte di queste in prossimità del fondo per pesci più “nobili” sono più che sufficienti; invece, per la tecnica, evito la classica spallinata che mi permetterebbe di seguire correttamente la scia di pastura, optando per un galleggiante scorrevole da 20 gr che mi consente di “sfondare” il muro superficiale di piccoli sgombri e sugarelli, così da incocciare la scia di pastura quando questa è più vicina al fondo e magari di allamare qualche pesce diverso e di maggior pregio. La montatura è molto semplice: uno stopper alla profondità scelta, un galleggiante all’inglese non piombato (io ho scelto un 20 gr per la moderata corrente), un altro piccolo stopper per evitare impicci, un piombo per tarare, una brillatura di circa 15 cm, girella e finale di circa 160 cm. In questo periodo non vado mai sopra il 20 mentre in primavera con saraghi ed orate arrivo anche allo 0,25 rigorosamente fluorocarbon. Nonostante il mare mosso per le barche in transito, le catture si susseguono numerose, i pesci sono di buona taglia e mi regalano tanto divertimento anche se non arriva nessuna sorpresa, così verso il tramonto scelgo di appesantirmi e fare delle passate radenti il fondale. La mossa si rivela azzeccata, infatti, dopo pochi minuti ferro un pesce che riesce con una certa facilita a rompermi lo 0,30 mm. Conoscendo il posto capisco subito che si trattava di un grongo di buona taglia che girando su se stesso riesce ad abradere con molta facilità anche monofili di buon diametro, così, aggiungo uno spezzone di circa 35 cm di cavetto d’acciaio da 15 lb, amo importante e sarda intera. Dopo non molto tempo ecco che si rinnova il combattimento, ma questa volta, sfortunatamente per il pesce, l’esito è diverso e, dopo un quarto d’ora viene a bordo un grongo stimato sui 7-8 chili. Sono solito rilasciare questi “serpentoni” ma, di tanto in tanto, anche una grigliata tra amici ci può stare, così torno in porto con 4 – 5 kg di sugarelli ( la maggior parte li ho liberati) e questo bel grongo. Traendo conclusioni su questa tecnica è sicuramente tra le più divertenti e rilassanti e così come permette a noi appassionati di divertirci in pieno agosto, è in grado di regalarci, nei periodi giusti, grandi sorprese come saraghi, spigole, orate e dentici.
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