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ALLA SCOPERTA DELLA FIUMA A FEEDER CON PRESTON INNOVATIONS
La Fiuma è uno dei canali più importanti dell’Emilia per l’agricoltura, poichè permette di irrigare centinaia di campi agricoli nelle province di Reggio Emilia, Modena e Mantova. Il vero e proprio nome del canale è Bonifica Parmigiana Moglia, ma per tutti i pescatori e gli abitanti della zona è noto come Cavo Fiuma o più semplicemente “La Fiuma”. Un’opera che da vita a decine di altri canali tra cui anche il famoso Cavo Lama. Prende vita all’altezza di Boretto, dove l’impianto idrovoro delle Mondine aspira l’acqua direttamente dal Po. In principio la Fiuma era famosa per il campo gara di Boretto, teatro di diverse finali dei campionati italiani di pesca al colpo, ma successivamente il campo gara base è diventato il tratto situato poco più a valle e denominato Mandria, dalla capienza di 400 posti. Come già detto, per anni è stato uno dei punti base per la pesca al colpo grazie alle caratteristiche perfette per la pesca sia a roubaisienne, che con l’inglese e grazie anche alla presenza di comode pedane in legno. A partire da pochi anni a questa parte, la Fiuma ha scoperto una nuova dimensione con la pesca a feeder, al punto da essere un punto fermo per i campionati italiani individuali mentre nel 2015 ha ospitato un week end di gare del Campionato Italiano a squadre. Il periodo in cui si può praticare la pesca va da aprile ad ottobre, in concomitanza con la stagione agricola, mentre durante i mesi freddi viene portata in completa asciutta. Assieme ad Angelo e Massimiliano De Pascalis, due volte campione italiano individuale il primo, una volta campioni italiani a squadre e protagonisti nelle più importanti manifestazioni nazionale ed internazionali di ciascun carattere, scopriamo alcuni dei segreti legati alla pesca in Fiuma utilizzando i prodotti targati Preston Innovations di cui sono gli uomini immagine per l’Italia. Partendo da una veloce descrizione del canale, presenta una larghezza massima di 33 metri circa nel tratto più a monte di Mandria Vecchia, salvo poi restringersi man mano che si procede verso il campo gara di Mandria Nuova, con la larghezza che in questo caso varia tra 27 e 30 metri. Le sponde ed il letto sono completamente naturali, con un comodo piano alle spalle della postazione di pesca. Caratteristica base della “Parmigiana Moglia” è la presenza quasi totale di canne palustri sulla sponda sinistra, quella opposta a dove si pesca, mentre in sponda destra risultano intervallate per la realizzazione delle pedane in legno poste a circa otto metri le une delle altre. Trattandosi di acqua proveniente dal Po risulta spesso carica di sedimenti in sospensione: sabbia ed argilla in particolare, quindi quasi mai limpida. La corrente è variabile a seconda del periodo: ferma nelle prime settimane di riempimento, con un aumento della corrente nei mesi estivi raggiungendo il picco di velocità tra luglio ed agosto, per poi rallentare ai primi di settembre in coincidenza con la fine della stagione agricola e l’inizio dello svasamento di tutti i canali. I carassi sono le specie ittiche dominanti in Fiuma, con esemplari da cinquanta grammi fino ad oltre il mezzo chilo di peso. Facendo parte del bacino del Po, non possono mancare le breme di taglia tra pochi grammi fino ad oltre i due chilogrammi di peso, piccoli aspi in superficie, alborelle, pesci gatto con la pancia gialla e carpe tra 500 grammi ed oltre quattro chilogrammi. In pratica nella Fiuma è presente il vero e proprio ecosistema ittico tipico della zona di pianura emiliana.
Come molti campi gara italiani, anche la Fiuma in “Mandria” presenta tre linee di pesca: sotto riva, a metà canale ed in prossimità della sponda opposta. La linea corta tra le tre può sembrare la più facile, ma in realtà è estremamente difficile da attuare pescando a feeder. La presenza di “cannette” nel sotto sponda garantisce la presenza di un sicuro rifugio per il pesce dai predatori dell’aria come i cormorani. La pesca si effettua dai quattro ai sei metri di distanza da riva, appena al di sotto del primo gradino che porta la profondità a circa un metro e mezzo. E’ da sempre una linea utilizzata dalla pesca con la roubaisienne a quattro – cinque pezzi nel periodo di forte corrente, quando a centro canale è impossibile restare fermi con galleggianti a vela oltre i dieci grammi ed il pesce si rintana ai lati. L’impostazione di pesca a questa distanza è molto difficile a causa del fondale che in diversi picchetti non è adatto per lo stazionamento del pesce. Dove presente, si possono catturare poche, ma grosse breme e carassi di taglia medio – piccola. Considerando la distanza di pesca sono ideali pasturatori open end da 10 e 20 grammi, da lanciare effettuando un lancio dal basso a pendolo per fare meno rumore sulla caduta del pasturatore. Fili fino a 0.12 mm di spessore sono indispensabile nel caso il pesce tenti di rifugiarsi tra le cannette del sottosponda. Il rischio è quello che si tagli il filo proprio in seguito all’abrasione con la vegetazione. Finali naturalmente corti e non al di sotto dei 50 centimetri, come espressamente indicato nel regolamento ufficiale Fipsas.
Tra i tredici ed i sedici metri si trova la seconda linea di pesca. E’ la linea più utilizzata in quanto la maggior parte della manifestazioni di pesca al colpo si svolgono con la roubaisienne nel momento in cui l’acqua è in movimento. Il pesce risulta essere più pasturato, ma è estremamente importante essere molto precisi nel lancio. La profondità raggiunge circa i tre metri, cosa che obbliga la scelta di pasturatori molto leggeri in condizioni di acqua ferma, spostandosi su open end o block end fino a 30 – 35 grammi in caso di corrente medio – sostenuta. In questo secondo caso la pesca si effettua tenendo la canna ad altezza media, lasciando una leggera pancia per il metodo bow e garantire una maggiore stabilità del pasturatore. E’ una linea prettamente indicata per la pesca del carassio, mentre le breme sono più rare. Finali da mezzo metro ad un metro di lunghezza sono i più adatti per la linea di metà canale con dimensioni che variano da 0.10 mm in caso di apaticità del pesce, fino a 0.12 mm in caso di sorprese di taglia.
Infine arriviamo alla terza ed ultima linea di pesca. Una linea non semplice, dove grande importanza è dettata dal picchetto e dalla precisione di lancio. Questa linea obbliga il pescatore a fare due scelte di impostazione: pescare staccato di qualche metro dalle cannette per cercare maggiore profondità oppure rischiare il tutto per tutto e lanciare pasturatore e finale a ridosso delle cannette. In quest’ultima situazione la profondità è attorno al metro, ma il pesce è abituato a stazionarci. Non esiste una vera e propria tecnica di lancio per riuscire a sfiorare le cannette, in quanto molto dipende dall’inclinazione sull’acqua della stessa vegetazione e dalle condizioni di vento. Come a metà canale, sono ancora i carassi a farla da padrone. Menzione particolare è riservata però alle carpe, molto presenti tra il “gradino” e le cannette. Pesci decisamente selvatici, che mangiano con violenza obbligando l’utilizzo di finali importanti fino a 0.20 millimetri, ami robusti e canne ad azione progressiva di punta per tentare di bloccare subito le sfuriate del pesce. Con acqua ferma si raggiunge facilmente la sponda opposta con block end ed open end da 20 grammi, mentre sono necessari almeno 50 grammi nei mesi estivi per restare fermi. Canna alta e metodo bow sono indicati in queste condizioni. Specialmente a fine stagione l’utilizzo di terminali oltre il metro e mezzo di lunghezza possono risultare ottimali per vedere qualche mangiata in più.
In quanto canale largo non più di una trentina di metri, la scelta delle canne si restringe tra le dieci ed undici piedi con azione ultralight o light. Il primo caso è indicato maggiormente per le prime due linee di pesca, mentre il secondo caso è ideale per la sponda opposta. Non possono mancare però situazioni in cui sia opportuno prepararsi una canna robusta da dodici piedi per la pesca delle carpe o in caso di forte corrente ed obbligo di pesca sulla sponda opposta. Comun denominatore l’utilizzo di cimini molto sensibili in grado di segnalare le timide mangiate sia delle breme. Per quanto riguarda gli ami, per le breme sono più adatti quelli a gambo lungo del n.16 – 18, mentre per i carassi a gambo corto e robusti dal 14 al 20 di dimensione. Un amo che racchiude entrambe le caratteristiche ed è infallibile da diversi anni è il PR344 nella misura dal 12 al 16. Un amo che non solo è consigliato da Angelo De Pascalis, ma soprattutto da Tom Pickering che da ormai diversi anni utilizza nelle sue pescate e gare in tutto il mondo. Attenzione se si cerca la carpa perchè in quel caso la scelta migliore è quella che ricade sul PR39 con occhiello, molto resistente ed ottimale per fermare le sfuriate delle selvatiche carpe della Fiuma. Infine per quanto riguarda gli inneschi e le pasture c’è poco da inventarsi. Cagnotti e vermi sono da sempre gli invertebrati più redditizi per la pesca a feeder mentre tra le vegetali il chicco di mais di piccole o medie dimensioni, naturale o aromatizato dolce, resta pur sempre l’alternativa d’obbligo. La pasturazione è una nota difficile da spiegare in quanto ci sono giornate in cui in Fiuma meno pastura si da, più c’è risposta da parte del pesce e viceversa. Ad ogni modo sono sufficienti tre litri di pastura color nocciola caricata con cagnotti, vermi tagliati, caster, canapa e pinkerini morti, ideale sia per la pesca delle breme che per i carassi. Indispensabili i cagnotti da ”scaricare” con i pasturatori block end di piccole e medie dimensioni.
Andando in dettaglio con i prodotti Preston utilizzati e consigliati da Angelo e Massimiliano De Pascalis, la canna da usare è una sola su tutte e tre le distanze citate ovvero la Absolute Preston da 12,6 piedi. Una garanzia su molti campi ed indispensabile in Fiuma grazie alla sua particolare azione parabolica ideale quando si utilizzano anche finali più sottili. In alternativa, quando si decide di pescare a centro canale i carassi di media taglia del canale reggiano, si può optare per una classica Dutchmaster da 40 grammi di casting. Il pasturatore è un punto molto importante nella pesca in Fiuma, sia quando si pesca in acqua ferma, sia quando la corrente si muove. Fondamentale che durante la discesa non perda particelle di pastura o cagnotti. Ecco allora che Angelo consiglia vivamente il Plug IT Feeder, un particolare pasturatore che racchiude le caratteristiche sia dell’open end che del cage. Presenta un corpo centrale chiuso, mentre risulta bucherellato ai lati. Una volta giunto sul fondo rilascia velocemente pastura o cagnotti incollati. Infine il capitolo più importante, quello legato alla pastura. La gamma degli sfarinati Sonubaits, linea dedicata alle pasture e pellet di Preston Innovations, è molto ampia e ci sarebbe l’imbarazzo della scelta. Per la Fiuma la cerchia si restringe a tre nomi: Breme Feeder da utilizzare pura oppure un mix al 50% sia di Super Crumb che F1. Queste ultime due dei prodotti che per il Team LBF Italia Fishingitalia.com – Preston Innovations sono stati fondamentali nella gara di Ostellato al Trofeo Eccellenza Nord ed in altre manifestazioni sul canale ferrarese.
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