l black bass, o persico trota, è uno dei pesci più amati e studiati tra i pescatori sportivi di tutto il mondo. Ma cosa sappiamo davvero su come vede il mondo che lo circonda? E su come funziona il suo cervello? Grazie a due recenti ricerche scientifiche, possiamo oggi fare un viaggio affascinante nella testa (in tutti i sensi) di questo predatore d’acqua dolce.
Il cervello del bass: un “piccolo computer” sofisticato al servizio di crescita, caccia e sopravvivenza
Uno studio pubblicato nel 2024 su Frontiers in Endocrinology ha mappato con grande dettaglio la struttura del cervello del black bass, suddividendolo in quattro grandi sezioni:
- Telencefalo, coinvolto in memoria, apprendimento ed emozioni.
Diencefalo, sede dell’ipotalamo e regolatore di stress, fame e riproduzione.
Mesencefalo, con l’importante tectum ottico per l’elaborazione visiva.
Rombencefalo, che comprende cervelletto e midollo allungato, fondamentali per equilibrio, movimento e risposta agli stimoli sensoriali.
Ognuna di queste aree ha funzioni specifiche: memoria, apprendimento, stress, fame, riproduzione e controllo motorio. In tutto, sono stati identificati 74 nuclei cerebrali distinti e oltre 31.000 geni attivi.
Questa complessità spiega molte caratteristiche comportamentali del bass: la capacità di apprendere, adattarsi all’ambiente, variare le strategie predatorie e persino modificare le abitudini alimentari in risposta alla pressione di pesca.
Cosa significa per noi pescatori?
Capire che nel telencefalo si concentrano geni legati alla memoria e all’apprendimento può spiegare perché un bass “impara” a riconoscere esche e stimoli artificiali dopo pochi errori. Oppure perché può modificare i propri comportamenti alimentari in risposta alla pressione di pesca.
Inoltre, il cervello del bass è particolarmente reattivo a stress ambientali (come cambiamenti di temperatura, ossigenazione, salinità). Questo influenza la sua attività predatoria, soprattutto nei periodi più critici dell’anno.
I colori che vede il black bass: rosso sì, giallo forse, blu… dipende
Un secondo studio, pubblicato su Current Zoology, ha dimostrato che il black bass ha una visione dicromatica, basata su due coni sensibili:
al verde (535 nm)
al rosso (614 nm)
Ciò significa che è molto sensibile al rosso, ma può avere difficoltà a distinguere alcune tonalità simili in brillantezza, come giallo chartreuse e bianco o verde e blu. Questo ha importanti implicazioni nella scelta delle esche.
I test comportamentali hanno confermato che i bass riconoscono bene il rosso, anche in assenza di odori o indizi chimici, mentre sbagliano più facilmente tra colori “vicini” come giallo/bianco o verde/blu. I risultati sono chiari: il colore conta, e il rosso domina.
Prove sul campo (o meglio: in vasca)
I ricercatori hanno allenato bass giovani a colpire pipette colorate contenenti cibo, e poi testato la loro capacità di riconoscere i colori senza aiuto degli odori. I bass si sono dimostrati molto bravi a riconoscere il rosso, mentre hanno avuto difficoltà con accoppiate “ingannevoli” come giallo vs bianco, confermando le previsioni del modello teorico.
Perché ci interessa?
Perché influisce direttamente su quali colori di esche funzionano meglio, soprattutto in condizioni di luce e acqua particolari. Il rosso, per esempio, risulta molto visibile al bass e quindi può essere più efficace in condizioni in cui il contrasto è essenziale, come acque torbide o al tramonto.
Al contrario, colori come il chartreuse o il bianco possono essere percepiti in modo simile, quindi usare uno piuttosto che l’altro potrebbe fare poca differenza… oppure essere un dettaglio decisivo in base alla situazione.
Un predatore complesso in un mondo variabile
L’ambiente acquatico non è statico: la luce cambia con l’ora del giorno, la profondità, la torbidità dell’acqua, la presenza di alghe e sedimenti. Tutti questi fattori influenzano come il bass percepisce colori, forme e movimenti.
Il cervello del black bass integra queste informazioni visive con stimoli chimici (olfatto), meccanici (linea laterale), e contestuali (memoria e apprendimento) per prendere decisioni complesse, come:
Se attaccare una preda
Se ignorare un’esca
Se rimanere nascosto o inseguire
Le stagioni migliori per insidiare il black bass in Italia
In Italia, il comportamento stagionale del black bass segue un ciclo legato alla temperatura e alla riproduzione. Ecco una panoramica utile per il pescatore:
Primavera (aprile – giugno): è la stagione d’oro. I bass si avvicinano a riva per la frega (in genere tra 17°C e 22°C), diventano territoriali e aggressivi. È il momento ideale per insidiarli con esche di reazione o presentazioni precise in prossimità dei nidi.
Estate (luglio – agosto): attività più ridotta nelle ore calde, ma ottima pesca all’alba e al tramonto, specialmente in presenza di erbai, ombre e ostacoli sommersi. I bass attaccano in superficie: ottimi i topwater e le esche rumorose.
Autunno (settembre – ottobre): i bass si nutrono attivamente per accumulare energie prima dell’inverno. Tornano a caccia nelle zone intermedie: jerkbait, crankbait e soft swimbait diventano molto efficaci.
Inverno (novembre – marzo): attività molto rallentata. Il metabolismo diminuisce drasticamente, e solo in giornate miti si possono avere attacchi su esche molto lente, come jig e softbait su testina piombata.
Come scegliere l’esca giusta (e il colore) secondo la scienza
Alla luce degli studi su visione e funzionamento cerebrale del black bass, possiamo trarre alcune conclusioni pratiche per la pesca:
🎣 Colori consigliati:
Rosso: È il colore più visibile per il bass. Perfetto per crankbait, spinnerbait e jig, soprattutto in acque torbide o poco illuminate. L’alta stimolazione dei coni rossi rende questo colore estremamente riconoscibile.
Verde e blu: Vengono percepiti in modo simile, con difficoltà a distinguerli in condizioni di bassa luminosità o acque scure. Utili solo in ambienti molto trasparenti e con luce diretta.
Giallo chartreuse e bianco: risultano quasi indistinguibili tra loro. In acque torbide o quando la visibilità è scarsa, alternarli potrebbe non fare differenza. Ma il chartreuse può “spiccare” per la fluorescenza.
Nero e colori scuri: funzionano bene per contrasto, soprattutto di notte o in controluce (es. pesca topwater all’alba o tramonto).
🧠 Considerazioni extra:
Il cervello del bass integra visione, memoria e stress. Esche che “ingannano” visivamente (es. imitazioni fedeli o colori ad alta opponenza visiva) funzionano bene in spot poco disturbati.
In ambienti sottoposti a forte pressione di pesca, il bass può associare certi colori a pericoli (ad es. un’esca rossa vista troppe volte). Cambiare colore o presentazione può fare la differenza.
Il cervello elabora anche movimento e vibrazione: colori efficaci devono essere abbinati a un’azione credibile. Un’esca rossa statica, ad esempio, non basta. Meglio se associata a tremolii, salti o vibrazioni che stimolano anche la linea laterale.
Conclusione: pescare con testa… e con la testa del bass
Queste due ricerche ci aiutano a capire quanto sia sofisticato il black bass. Non è solo un predatore istintivo, ma un animale con un sistema nervoso articolato, capace di apprendere, scegliere, ricordare e adattarsi. La sua visione dei colori è diversa dalla nostra, ma perfettamente calibrata al suo mondo acquatico.
Come pescatori, possiamo usare queste conoscenze per affinare la scelta di esche, colori e strategie stagionali. Conoscere il nostro avversario ci permette di diventare pescatori più consapevoli… e più efficaci.
Fonti scientifiche
Questo articolo è stato realizzato sulla base di due studi recenti e approfonditi che hanno analizzato la neurobiologia e la visione del black bass (Micropterus salmoides):
Li M., Yang L., Zhang L., Zhang Q., Liu Y. (2024) – Specific biomarkers and neurons distribution of different brain regions in largemouth bass (Micropterus salmoides). Pubblicato su Frontiers in Endocrinology, lo studio analizza la struttura cerebrale del bass e l’espressione genetica nelle varie regioni del cervello.
👉 DOI: 10.3389/fendo.2024.1385575Mitchem L.D., Stanis S., Zhou M., Loew E., Epifanio J.M., Fuller R.C. (2019) – Seeing red: color vision in the largemouth bass. Pubblicato su Current Zoology, questa ricerca esplora in dettaglio le capacità visive e la discriminazione dei colori del black bass attraverso esperimenti comportamentali e modelli teorici.
👉 DOI: 10.1093/cz/zoy019