Negli ultimi anni, la pesca sportiva italiana ha subito una trasformazione significativa. Mentre i campionati federali registrano una diminuzione di partecipanti, le competizioni organizzate da circuiti privati attirano sempre più garisti. Questo cambiamento riflette nuove preferenze e dinamiche nel mondo della pesca.
Dopo diverse mail che ci sono giunte, dibattiti social che abbiamo seguito, in questo articolo cerchiamo di fare il punto della situazione attuale.
Alcuni numeri degli ultimi anni
Negli anni ’90, la FIPSAS contava circa 300.000 tesserati. Secondo il Bilancio Sociale 2023 della Federazione, il numero totale di tesserati per l’anno 2023 è stato di 188.863, Questo dato evidenzia una significativa diminuzione rispetto agli anni ’90, con una perdita di oltre 100.000 tesserati.
Secondo dati forniti da dirigenti federali, il settore agonistico ha subito una riduzione quantitativa, negli ultimi anni, del 2,5% circa. Tuttavia, il grosso calo si è registrato tra i pescatori ricreativi, che non hanno rinnovato la quota associativa abbandonando gli ambienti fluviali e lacustri gestiti. E da evidenziare però che in limitate realtà locali c’è stato un incremento dei tesserati, ad esempio FIPSAS di Bergamo ha visto un incremento di 1.272 tesserati nel 2023 rispetto all’anno precedente, raggiungendo un totale di 3.835 pescatori iscritti.
Innovazione federale: nuovi campionati, stesso declino?
Non sono mancati investimenti nella promozione giovanile, in alcune regioni con tornei riservati agli under 14 e under 18, e manifestazioni promozionali legate all’ambiente urbano per intercettare pescatori metropolitani. Tuttavia, nonostante l’ampiezza dell’offerta e la varietà tecnica, i dati più recenti continuano a mostrare un trend decrescente in termini di partecipazione generale.
Questa apparente contraddizione solleva interrogativi profondi:
È sufficiente ampliare i campionati per attrarre nuovi tesserati?
Le nuove specialità sono supportate da una comunicazione efficace e da una logistica e da una gestione adeguata?
I regolamenti e le modalità di iscrizione risultano accessibili, oppure restano legati a una burocrazia poco amichevole?
Le i campi gara o le aree di gara sono gestite e mantenute nei migliori modi?
Molti appassionati segnalano che, pur apprezzando l’introduzione di nuove tecniche, il modello organizzativo federale rimane invariato, con la percezione che le gare siano “fatte per chi già c’è” e non per incentivare nuovi ingressi. A questo si somma il fatto che alcune specialità nuove faticano a decollare proprio per mancanza di promozione, sponsor locali o sedi di gara adeguate.
L’innovazione, quindi, pur presente sulla carta, non sembra ancora tradursi in un reale incremento dell’entusiasmo o della partecipazione, specialmente se confrontata con il successo crescente delle gare private, dove format più dinamici e “su misura” per il pescatore moderno sembrano fare la differenza.
Campi gara dimenticati: quando l’erba alta spegne la passione
Uno degli aspetti più critici che continuano a emergere dalle lamentele degli agonisti riguarda la scarsa manutenzione dei campi gara, soprattutto nei tratti fluviali e nei canali iconici della pesca italiana.
Un esempio lampante è quanto accaduto proprio pochi giorni fa durante la prova del Campionato Regionale Feeder Emilia-Romagna sul Circondariale di Ostellato: un tratto di campo gara che avrebbe dovuto accogliere centinaia di atleti in condizioni ottimali si presentava invece come una vera e propria “giungla”. L’erba alta e incolta, l’assenza di sfalcio e di pulizia preventiva hanno reso estremamente disagevole – se non pericoloso – l’accesso e la sistemazione delle attrezzature, oltre a generare malcontento diffuso.
Questa situazione non è purtroppo isolata: negli ultimi anni sono stati segnalati problemi simili in diverse provincie italiane.
Per molti pescatori, la trascuratezza del campo gara rappresenta una mancanza di rispetto, sia verso l’agonista sia verso il valore sportivo della manifestazione. In un contesto dove già si assiste a un calo di iscrizioni, l’inadeguata gestione logistica e ambientale rischia di allontanare ulteriormente chi ancora partecipa con passione.
Al contrario, molte gare private o eventi extra-federali si svolgono in laghi commerciali o location curate, dove il comfort e la sicurezza del partecipante sono considerati prioritari. Questo elemento, spesso sottovalutato, rappresenta un differenziale importante nella percezione qualitativa dell’esperienza di gara.
A fronte di quote di iscrizione, tesseramenti e costi di viaggio, i pescatori si aspettano il minimo indispensabile: un campo gara pulito e fruibile. E quando questo viene meno, il rischio è che anche i più fedeli scelgano di restare a casa o di rivolgersi altrove.
Il fascino dei circuiti alternativi
A fronte di questa diminuzione nei campionati federali, le gare private stanno vivendo un periodo di crescita. Eventi di marchi famosi nel mondo della pesca attirano centinaia di garisti, offrendo formule più semplici e dirette. Gare organizzate da privati o associazioni riscontrano sempre più successo e ogni anno i partecipanti aumentano.
Premi che valgono davvero la gara
Uno degli aspetti che rendono i circuiti privati più appetibili è anche la qualità e il valore dei premi in palio. In molte competizioni extra-federali, soprattutto quelle sponsorizzate da brand noti del settore, i partecipanti possono vincere canne top di gamma, mulinelli di ultima generazione, buoni spesa da centinaia di euro o addirittura viaggi-premio e attrezzatura personalizzata.
I pescatori percepiscono questi premi come un ritorno concreto, proporzionato all’impegno e alla quota d’iscrizione.
Al contrario, molte gare federali – pur avendo costi d’iscrizione anche elevati, tra tassa gara, spese di trasferimento, alloggio e attrezzatura specifica – offrono premi spesso simbolici o puramente onorifici. Tuttavia, bisogna riconoscere che una parte non indifferente delle difficoltà nasce dalla complessa burocrazia italiana e da una normativa spesso anacronistica, che rallenta o limita molte iniziative.
A differenza di ciò che accade nei circuiti privati – spesso organizzati in contesti meno vincolati come laghi commerciali o eventi “liberi” – le gare federali devono rispettare una lunga serie di regolamenti, autorizzazioni, limitazioni. Tutto questo comporta tempi lunghi, scarsa elasticità e aumento dei costi per chi organizza, riducendo lo spazio per innovazione o premi più sostanziosi.
Però è indubbio che in molte competizioni regionali e addirittura in alcune nazionali, i premi non coprono nemmeno la metà delle spese sostenute dal garista.
Questa discrepanza genera frustrazione tra molti partecipanti, specialmente tra quelli che non gareggiano solo per la gloria, ma anche per sentirsi valorizzati “economicamente”. Non si tratta solo di “guadagnarci”, ma almeno di non rimetterci sistematicamente.
In un’epoca in cui tutto viene misurato anche in termini di esperienza e gratificazione, la leva del premio è diventata centrale per motivare la partecipazione. E le gare private, da questo punto di vista, hanno capito perfettamente cosa funziona.
Gare digitali e geograficamente estese: la pesca si fa smart
Un’altra innovazione fondamentale che sta rivoluzionando il panorama delle gare private è l’utilizzo delle nuove tecnologie e delle app dedicate. Alcuni circuiti, soprattutto nel bass fishing, spinning e street fishing, hanno iniziato a sfruttare app di monitoraggio e verifica catch & release, che consentono di organizzare gare nazionali e internazionali in contemporanea, anche se i partecipanti si trovano a centinaia o migliaia di chilometri di distanza. Per citare solo un esempio la: Perch League.
Tramite queste piattaforme, gli atleti caricano le foto delle catture con misurazioni verificate, coordinate GPS, orario preciso e altre informazioni che rendono valida la performance, tutto in tempo reale e con trasparenza assoluta. Alcuni esempi di format basati su queste logiche sono:
- tornei catch & release multi-location (su fiumi e laghi differenti)
- competizioni internazionali asincrone dove si gareggia su più giorni e si sommano i risultati
- gare “a spot libero” dove ciascuno pesca nel proprio luogo preferito, convalidando le catture via app
Questa flessibilità senza precedenti permette di partecipare a competizioni anche senza grandi trasferte, rendendo tutto più sostenibile economicamente e più inclusivo. Inoltre, è un vantaggio enorme per chi ha vincoli familiari o lavorativi e non può spostarsi per 2-3 giorni come richiesto dalle competizioni tradizionali.
Nel mondo federale, invece, questo tipo di apertura non è ancora presente, poiché le competizioni richiedono presenze fisiche sul posto, con logistica impegnativa e costosa, senza alcuna forma di digitalizzazione attiva nel processo competitivo.
Altre competizioni private di rilievo
Solo per citarne alcune:
- Branzino The Challenge: è una competizione internazionale di pesca alla spigola da kayak con esche artificiali, che ha visto la partecipazione di 163 concorrenti provenienti da otto nazioni nell’edizione 2024.
Sea Bassmaster Marine Team Championship: La terza edizione, svoltasi a settembre 2024 nella Laguna di Orbetello, ha visto la partecipazione di 50 team (100 pescatori). Il team FurlanSklaf, composto da Roberto Braidotti e Simon Cej, ha conquistato il primo posto con 940 punti.
Classic Championship: L’edizione 2025, tenutasi il 5 e 6 aprile presso la Nuova Parco Laghi di Bagno di Romagna, ha registrato il tutto esaurito con 100 partecipanti provenienti da ogni parte d’Italia.
Bass Game: La prima edizione, svoltasi il 16 giugno 2024 presso la Pesca Sportiva Tre Laghi di Oscasale (CR), ha visto la partecipazione di 80 concorrenti.
Mountain Pike: Che si avvia l’anno prossimo alla sua XX edizione, si tiene a ottobre nei laghi del Trentino, coinvolge sempre un gran numero di appassionati pescatori di lucci.
Big Lakes Pike’s Cup 2025 è una competizione di pesca al luccio che si svolge sul lago d’Iseo e il lago di Garda. La competizione ha attirato numerosi appassionati, evidenziando l’interesse crescente verso formule di gara più dinamiche e coinvolgenti.
Carpfishing Festival: Svoltosi dal 1° al 4 maggio 2025 al Lago di Pietrafitta, Piegaro (PG), è un evento imperdibile per gli appassionati di carpfishing, con un’ampia area espositiva e la partecipazione di numerosi pescatori e aziende del settore
La voce dei protagonisti
Le testimonianze dirette dei pescatori offrono uno spaccato autentico dei cambiamenti in atto nel panorama della pesca sportiva italiana. Dalle considerazioni che abbiamo ricevuto nei mesi e scandagliando i commenti dei social, riportiamo alcune considerazioni:
- Marco, garista di lungo corso, racconta: “Ho fatto dieci anni di campionati, ma ora preferisco le gare organizzate dai marchi. Meno stress e più divertimento”.
- Davide, giovane pescatore lombardo, aggiunge: “Partecipo a 5-6 eventi privati all’anno, e trovo più soddisfazione rispetto al campionato regionale”.
- Luca, 42 anni, ex agonista di spinning, condivide: “Ho smesso con i campionati FIPSAS perché mi sentivo più un numero che un atleta. Ora partecipo a eventi come il Branzino The Challenge, dove l’atmosfera è più rilassata e l’organizzazione più attenta ai partecipanti”.
- Luca, 29 anni, appassionata di bass fishing, afferma: “Le gare private hanno meno burocrazia e sono organizzate meglio. Posso iscrivermi online, ricevo aggiornamenti via social e l’ambiente è più accogliente e si respira più aria di passione e amicizia”.
- Andrea, 55 anni, pescatore ricreativo, osserva: “Ho sempre pagato la tessera FIPSAS, ma negli ultimi anni ho smesso. Non vedevo benefici concreti, e con le restrizioni sempre più stringenti, la passione si è affievolita”.
- Elena, 35 anni, partecipante al Sea Bass Master Marine, racconta: “È stata un’esperienza fantastica, con un’organizzazione impeccabile e un ambiente molto accogliente. Ho conosciuto tanti appassionati come me e ho imparato nuove tecniche”.
- Giovanni, 50 anni, veterano di gare private, dice: “Partecipo ogni anno e ogni volta è un’emozione diversa. L’atmosfera è competitiva ma amichevole, e l’evento è sempre ben organizzato”.
- Sara, 28 anni, appassionata di pesca al luccio, condivide la sua esperienza al Mountain Pike: “È una delle gare più emozionanti a cui abbia mai partecipato. Le location sono mozzafiato e l’organizzazione è sempre al top. Atmosfera cordiale e le persone si uniscono sotto la stessa passione”.
- Lorenzo, 40 anni, partecipante al Bass Game, afferma: “Queste gare private offrono un’esperienza diversa, più dinamica e meno formale. È un modo per divertirsi e migliorare le proprie abilità senza la pressione delle competizioni ufficiali”.
- Marco, 50 anni garista: “I costi sono diventati troppo altri per partecipare alle competizioni federali tradizionali. Non si arriva più neanche a pareggiare i costi in caso di posizionamenti alti in classifica.”
Quali possono essere, quindi, i motivi?
Possiamo inserire dei punti a scopo riassuntivo, ma che potremmo implementare o cambiare dopo le vostre considerazioni:
Troppe autorizzazioni: In alcune regioni serve la licenza governativa, la tessera FIPSAS, il tesserino segna catture, magari anche il permesso di un’APD o di un consorzio. Questo scoraggia i nuovi pescatori.
Costi annuali: Anche per chi pesca 2-3 volte l’anno, dover pagare 20-30 € o più tra licenza e tessera federale, oltre a permessi locali, può sembrare poco giustificato.
Percezione di “pagare per non avere nulla in cambio”: Ormai sempre più pescatori ritengono che la tessera FIPSAS non offra reali vantaggi pratici.
Diminuzione dei pesci: Inquinamento, bracconaggio, prelievi eccessivi dovuta alla mancata gestione hanno impoverito molti fiumi e laghi, rendendo la pesca meno appagante.
- Comunicazione poco efficace: La federazione viene spesso percepita come burocratica, vecchia e distante dai pescatori comuni.
Poca trasparenza nelle decisioni: Alcuni lamentano scarsa chiarezza nella gestione delle acque o delle quote associative.
Scarsa innovazione: Manca spesso un rinnovamento nelle modalità di promozione della pesca, nella digitalizzazione e nel coinvolgimento territoriale.
- Gare private più snelle e coinvolgenti: Le competizioni organizzate da marchi, associazioni o laghetti offrono meno burocrazia, premi ricchi e maggiore visibilità sui social.
Laghi commerciali e catch & release: Sempre più pescatori si orientano verso laghetti gestiti da privati dove non servono tessere, ci sono più catture e ambienti più curati.
FIPSAS a un bivio?
La Federazione Italiana Pesca Sportiva e Attività Subacquee si trova oggi davanti a una sfida importante: riuscire a rinnovarsi per non perdere definitivamente il contatto con la base. Serve una semplificazione dei regolamenti, un miglioramento nella comunicazione, una migliore gestione delle acque e forse un ripensamento dell’intera struttura dei campionati. Altrimenti, il rischio è che la pesca agonistica federale diventi un circolo sempre più ristretto.
Conclusione: un mondo che cambia
I dati e le testimonianze parlano chiaro: il modello della pesca sportiva italiana sta cambiando. E se la federazione non saprà adattarsi, rischia di restare indietro.
La domanda ora è: dove vogliamo andare? Voi lettori, cosa ne pensate? Meglio un campionato federale o una gara più libera e meno impegnativa? Lasciate la vostra opinione nei commenti o scriveteci la vostra esperienza!
9 commenti
Ce da districarsi sempre di più in regolamenti dove le società dovranno assumere un commercialista vuoi per le iscrizioni alle gare federali , senza parlare delle premiazioni e perché no non ultimo dei pesi dei pinnuti superiore ai 3kg. Senza parlare dei campi gara sempre meno pescosi specialmente al sud. Certo che di questo andamento ne saremo sempre di meno non vi è alcun incentivo per un cambio generazionale chi sa che ne sarà della pesca agonistica ,specialmente al sud.
Ci vorrebbero 10 pagine x parlare di qst certo ilomdo e cambiato ma la fips deve solo recitare il mea culpa….di cazzate ne ha fatte e purtroppo continua a farne….
Buongiorno intanto .. sono il presidente di una società veronese appassionato da sempre di pesca al colpo . Da ragazzino ci bastava comperare mille lire di bigatti dico una cifra a caso ma è il concetto che conta x andare a pescare in Adige con una vecchia canna da pesca di mio padre garista , ora purtroppo tra licenze provinciali fiumi convenzionati Fipsas tratti di fiume dati in gestione a varie società’ dove serve un tesserino a pagamento x pescare servono un sacco di soldi !! I laghi commerciali danno di più, pesce assicurato è una spesa di giornata già finita !! Tutto è in cambiamento ma x le acque libere tutto più problematico ,,tante problematiche .. chi si fida oggi a lasciare la macchina non a vista in un tratto di fiume ?? Vogliamo parlare delle spese ?? Oggi come sappiamo tutti se vogliamo dare dei premi ai garisti ci costa il 20% in più ..Gli sponsor oramai spariti. Le vecchie medaglie solo un ricordo .. Sinceramente non saprei da dove partire anche se la mia passione rimane sempre la stessa !! Non mollo ma non abbiamo nessun aiuto ,ci dobbiamo tassare noi stessi x andare avanti !! Spero in un rilancio della pesca ma la situazione ora rimane questa !!
Nuova tassa da 12 euro A Mantova, poi i costi benzina, parcheggi, ecc. È normale che ci saranno sempre meno pescatori.
Semplice è diventato uno sport per ricchi,oltre all’atrezzatura costosa vedi le roubasienne,anche la minuteria è diventata inaccessibile, per andare a pesca fine settimana spendi 100€ se ti va bene,sono 400€ al mese su uno stipendio medio di 1300€ per i giovani se ti va bene,si pesca solo con le roubasienne con costi proibitivi di 4000,5000€ ma chi se lo può permettere appunto solo i ricchi,poi per non parlare dei campi gara con pochissimo pesce quindi manco ti diverti,alla fine si riduce tutto a pescare al tiro della fune nei carpodromi questa è la fine della pesca
Penso sia stato già detto tutto, non esiste una sola voce che tenda al positivo!
Gareggio da oltre 50 anni e dell’entusiasmo che avevo una volta si sono perse le tracce.
La Federazione è percepita lontana e per lo più impotente a gestire tutte le problematiche che si verificano. Si pagano numerosi balzelli che sono solamente imposte … medioevali senza un minimo di ricaduta sul settore. A questo si aggiunge una cattiva visibilità del movimento che, a livello sociale, viene per lo più tollerato quando non apertamente contrastato.
Una parte di colpa è anche nostra, di pescatori che fanno fatica a modernizzarsi e stare al passo con i tempi e sviluppare un atteggiamento più attento alle problematiche ambientali.
La pesca al colpo è in forte declino, per non dire morente…..
Campi gara gestiti male, sempre più regole, meno pescosità e per finire attrezzature esche e pasture sempre più costose….
Ormai siamo arrivati ad un livello quasi professionistico (peccato che se vinci non recuperi nemmeno i soldi x le esche)ricordo che nel 95 il venerdì prima di una gara di eccellenza nel campo gara fonderia a Firenze eravamo in 3 a provare il campo gli altri arrivavano tutti il sabato, adesso si incomincia a fare gare di prova 2 mesi prima….giovedì…sabato e domenica e la settimana della gara ci sono gia persone al mercoledì…ma la gente non lavora più?Ormai il 50% sono liberi professionisti il 30% operatori del settore. E 20% forse meno gente che sacrifica le ferie x le gare.Nessun ricambio generazionale…italiani master e veterani oltre 400 iscritti…italiani giovani forse arrivano a 70 dei quali il 90% sono figli di garisti e quindi hanno a disposizione l attrezzatura del papà perché immagino un giovane che va dai genitori e dice”mi piacerebbe fare le gare di pesca..”il papà contento risponde”bene almeno sei in mezzo alla natura!”il figlio “si ma mi serve l’attrezzatura ..roubasienne, panchetto, ecc.”il papà “e quando costerebbe?”il figlio “prendendo tutto usato diciamo sui 2500/3000€”il papà “vai a giocare a calcio che è meglio…”questa è la realtà.
Credo che sia già stato detto di tutto e di più sui problemi che affliggono la pesca in generale e l’agonismo. Pesco da più di 60 anni, ho presieduto per più di 20 un’associazione dilettantistica, che purtroppo, abbiamo deciso di chiudere. Le motivazioni sono già state descritte: burocrazia e balzelli sempre più onerosi, pesci sempre più scarsi, normative sempre più frazionate e complesse, costi sempre più elevati! Risultato scontato è la quasi totale assenza di ricambio generazionale, nonostante gli sforzi fatti, anche a proprio rischi e pericolo, e nonostante la gratuità per i partecipanti. Ho la soddisfazione di aver trasmesso la nostra passione a tre under 25, ma purtroppo è una goccia nel mare. La pesca, così come è regolata e proposta non ha futuro! Le iniziative private sembrano le sole ad avere una certa presa sui vecchi ma anche sui pochi nuovi pescatori.