Pesca nell’Arno Pisano con Milo – FishingDays | LIVE

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Per la prima volta i Fishing Day di Fishingmania valicano l’Appennino e sbarcano in Toscana. Ed ancora una volta, abbiamo messo in pratica ciò di cui abbiamo parlato in una delle nostre dirette di quarantena: la pesca in Arno pisano.

Protagonista assoluto di giornata è stato il campo gara di Calcinaia Vecchia, teatro in passato di diverse manifestazioni iridate e tricolori. Un spot da campioni e non potevamo che avvalerci della presenza di uno dei pescatori più conosciuti di tutta Europa: Milo. Milo che tra l’altro era intervenuto nel nostro Fishingmania Talk Show di Quarantena per parlare in generale delle sue esperienze internazionali. Questa volta lo abbiamo visto in azione in uno dei fiumi a lui più cari. Non a caso, l’Arno ha ospitato più volte il Red Tetragon, la grande manifestazione di pesca al colpo organizzata direttamente dal marchio milanese.

Tabella dei Contenuti

Arno Pisano

Si è fatto un nome nel corso degli ultimi 25 anni. Noi lo abbiamo definito il fiume più pescoso d’Italia perché per anni è stato così. Adesso il pesce non manca di certo, ma se prima era il regno dell’agonismo, adesso le gare sono diventate davvero poche. Ovvio, quest’anno è stato impossibile causa Covid-19, ma sono alcuni anni che l’Arno pisano è stato dimenticato anche dai locali. Nonostante ciò, il pesce continua ad essere presente in quantità ed in particolare sono sempre di più i pesci gatto americani, chiamati comunemente anche Clarius.

Che Ospiti!

Non solo Milo in questa nostra Diretta Facebook e Youtube. Vista l’occasione erano presenti altri tre conosciutissimi pescatori ed amici di Fishingmania: Claudio Guicciardi, Andrea Mantovani e Tomas Lonardi. Senza nulla togliere agli ultimi due, già ospiti nelle nostre dirette, è stato un piacere poter avere con noi il “Guicc”.

Claudio è sicuramente uno degli agonisti italiani più forti degli anni 90. Ha più volte vestito la maglia azzurra nei seniores, andando a conquistare titoli mondiali a squadre e ben due argenti a livello individuale. Una volta conclusa l’esperienza da agonista azzurro, si è dato al capitanato delle nazionali giovanili, conquistando anche in questo caso un titolo mondiale e diversi piazzamenti a podio.

Tra l’altro, l’ultimo titolo vinto da Claudio Guicciardi come commissario tecnico è arrivato proprio sull’Arno pisano a Castelfranco di Sotto. Ecco spiegato perché non potevamo esimerci dal coinvolgerlo in questa nostra ora di diretta.

La Pesca

Spesso si pensa che se un fiume è molto popolato, allora affrontarlo dovrebbe risultare semplice. Niente di più sbagliato. L’Arno è veramente difficile non solo dal punto di vista tecnico, ma sopratutto dal punto di vista fisico. Bisogna davvero essere preparati ad una sessione di pesca gravosa e stancante.

La Pasturazione

E’ questo il punto focale su cui si incentra tutta la pescata in Arno. Continua durante tutta la pescata di gara. Questo vuol dire che, durante le manifestazioni, non deve esserci una prima pasturazione pesante, ma è sufficiente effettuare una serie di 15 – 20 classiche palle di pastura. Successivamente, durante la pescata, bisogna continuare ad alimentare ad ogni passata o ogni cattura.

Non solo pastura, anche bigattini. Questi ultimi devono essere obbligatoriamente incollati. Anche se la corrente non è particolarmente sostenuta, c’è sempre una massa d’acqua importante oltre ad un’alta presenza di minutaglia. Per l’incollaggio dei bigattini è estremamente importante associare un alto quantitativo di ghiaia. Secondo quello che ci ha detto Claudio Guicciardi, siamo nell’ordine del rapporto 1:3 – 1:4 tra bigattini e ghiaia. In parole povere, per un chilo di bigattini servono almeno tre chili di ghiaia.

Perché tanta ghiaia? Non solo per arrivare prima sul fondo, ma anche per aumentare la voluminosità, garantendo una durata maggiore del quantitativo di bigatti e non arrivare corti di esche nell’ultima ora di gara. Inoltre, un fattore molto importante quando si pesca in Arno è il rumore. Da sempre si ha l’impressione che il pesce reagisca positivamente alla caduta in acqua di pastura e bigatti, arrivando nella zona di pesca.

Lenze

Come detto, non è tanto la corrente, quanto la massa d’acqua a caratterizzare questo fiume. Inoltre la presenza di diverse taglie di pesci gatto obbliga il pescatore a fare delle scelte.

Galleggianti

Pescare leggeri non è proprio consigliati, a parte rare eccezioni di bassa pescosità. Una montatura da un paio di grammi, con lenza aperta può essere una valida alternativa quando si vogliono cercare i cefali. Questa pesca, però, si può svolgere principalmente a Fornacette e Calcinaia,  in quanto gli altri campi sono troppo a monte. E’ una pesca interessante, con pesci anche di taglia, ma molto complicata in quanto i cefali tendono ad attaccarsi spesso “da fuori”. Ciò crea non pochi problemi nel recupero della cattura.

L’opzione più gettonata è quella del classico galleggiante a goccia, con grammature a partire da 8 grammi. In teoria la regola è di utilizzare una grammatura pesante il doppio della velocità dell’acqua. Questo per riuscire a selezionare meglio la taglia. Un piccolo consiglio è quello di utilizzare sempre galleggianti con filo passante nel corpo. In questa maniera si evita di rovinare il galleggiante con i fili di grosso diametro.

Montatura

Abbastanza ristretta in 35 – 40 cm e molto, molto semplice. Un pallino sull’asola, uno a circa 15 cm ed altri due distanziati tra 8-10 centimetri. Infine il bulk in alto con i piombi più pesanti posizionati in mezzo. Ovviamente questa è l’idea di montatura per un galleggiante da circa 8 grammi, come quello del video. Non è da escludere, eventualmente, l’utilizzo di sfere se si dovessero utilizzare grammature maggiori.

Ami e Terminali

Avete presente la pesca in carpodromo nel periodo estivo? Bene. Il livello è quello. I toscani tendono a presentarsi sul fiume con un assetto davvero cattivo, con ami anche del n.1 – 2, se non più grossi addirittura, collegati a terminali oltre gli 0.25 mm. Il nostro consiglio è di essere sicuramente ben attrezzati, ma di non esagerare eccessivamente.

Per quanto riguarda gli ami, la misura più piccola non supera il n.10 mentre per la più grossa ci attestiamo tra il n.4 e n.6. Naturalmente è sempre opportuno essere pronti ad ogni evenienza, quindi mai dimenticare anche ami più piccoli e terminali sottili da 0.11 – 0.12 mm.

In condizioni normali invece il terminale deve essere preparato con diametri da 0.18 – 0.20 – 0.22 mm. Il vero problema dell’Arno pisano è che non si può mai sapere cosa si attacca. Non sono rare carpe over 3-4 chilogrammi e pesci gatto fino ad otto chili.

Canne ed Elastici

Amo grosso, filo grosso ed ovviamente il resto deve essere proporzionato. Ormai anche le canne di prima fascia si possono utilizzare in situazioni di questo tipo, ovviamente utilizzando appositi kit punte. Stesso discorso per l’elastico, con diametro anche da 3 mm. Ecco perché Milo in questa occasione si è portato via il suo fiore all’occhiello degli elastici, ovvero il Misol, oltre al nuovo arrivo YbrydHol.

La roubaisienne è sicuramente la canna più gettonata, ma non bisogna escludere un utilizzo delle canne fisse o delle mini roubaisienne. Non a caso in questa uscita Milo si è presentato con una canna da marginal. Questo perché in molte occasioni è più redditizia la pesca nell’immediato sotto sponda piuttosto che ad 11 metri. Inoltre, in caso di tanti pesci gatto di taglia media attorno ai 250 grammi, si risulta essere molto più veloci nell’azione di pesca.

Esche

I bigatti regnano incontrastati, ma un tempo spopolavano anche le “mamme”. Per chi non fosse pratico, la “mamma” altro non è che un grosso verme olandese, molto apprezzato dai grossi pesci gatto. E’ un’esca decisamente particolare, che spesso porta alla selezione della cattura e quindi ad una pesca decisamente più statica.

Da non sottovalutare in alcuna maniera è il mais. Fondamentale in questo posto. I pesci gatto e le carpe ne sono ghiotti, al punto che non solo è indispensabile come innesco ma anche come aggiunta in pastura.

Pastura, giusto. Non abbiamo parlato della tipologia di sfarinato da utilizzare. Sicuramente dev’essere un’aromatizzazione molto dolce e pare essere molto gradita la colorazione rossa. Spesso si può ovviare al problema del colore effettuando un’aggiunta di colorante rosso.

E le nasse?

Canne, galleggianti, inneschi, pasture, ami, fili. Manca qualcosa? Beh, manca una citazione su nasse e guadini. Partiamo da quest’ultimo punto. E’ meglio avere a disposizione due guadini: uno da tre metri ed uno da almeno quattro metri. Tutto dipende dalla postazione in cui ci si trova. L’Arno è un fiume, quindi non pensate di trovare la sponda regolare in tutte le postazioni. In alcuni punti si potrebbe essere alti sull’acqua di un paio di metri, mentre in altri si pesca a filo.

La nassa è un punto molto importante e…doloroso. Quando ci sono i gatti di mezzo, è sempre un problema. Ancora non esiste una vera nassa in grado di impedire che questi ictaluridi rimangano impigliati. Evitate nasse gommate o nasse molto costose. Quelle tenetevele per le pescate a carassi, breme, cavedani ed altro pesce bianco.

Tempo di Pescare

Ora si che siete davvero pronti a tutto. Anzi, siete pronti a pungervi! Benché siate attenti, ahimè qualche pesce gatto vi marchierà. E’ inevitabile. I primi 30 secondi brucerà un pochino, ma poi passerà, ve lo assicuriamo.

Ah, naturalmente se andate nel periodo estivo portatevi una bella borsa frigo perché l’ombra sui campi gara del pisano non esiste!

Ma prima di partire per la Provincia di Pisa, date un’occhiata alla nostra diretta con Milo e Claudio Guicciardi. Magari troverete qualche chicca interessante che non vi abbiamo spiegato in questo articolo!

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