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Trofeo Eccellenza Nord Feeder – Lenza Emiliana Tubertini al comando

TROFEO ECCELLENZA NORD FEEDER 2018 – GRANDE TUBERTINI

Al comando nella pesca al colpo, al comando anche nel feeder. E’ una Lenza Emiliana Tubertini schiacciasassi quella del 2018. Non che prima non lo fosse stata, ma quest’anno la partenza è stata col botto in tutti gli ambiti. Un inizio davvero da grande per la prima prova del Trofeo Eccellenza Nord Feeder sul Canal Bianco a Piantamelon. Una gara molto difficile per variabili imprevedibili ed in continuo movimento. Manuel Marchese, Alessio Casilli, Mario Casale e Cristiano Barbaro hanno sfoderato un’ottima prestazione da sole sette penalità, che gli permetterebbe già di ipotecare il passaggio del turno. E’ presto, è vero, ma sette punti sono davvero un’ottima base di partenza. Già dalla prossima prova ad Ostellato potrebbe già essere una certezza il passaggio al CIS Feeder 2018.

D’altronde si sa che la Lenza Emiliana Tubertini è una società costruita per vincere su tutti i fronti. Dalla pesca al colpo al mare i successi sono stati svariati. Nel feeder un titolo italiano è già arrivato, ma ogni anno che passa diventa sempre più difficile vincere. Ma se il buongiorno si vede dal mattino, abbiamo una seria candidata al titolo finale.

Detto ciò, parliamo di questa gara a Piantamelon. Inutile nascondersi, non ci siamo trovati nel campo gara più bello d’Italia, con le condizioni di pesca migliori. Della condizione del campo gara di per se, inteso come sponda, sono in molti a concordare sul livello di pericolosità e sporcizia. Se la seconda è spesso dettata dalla marea (ma non sempre visto che il livello dell’acqua non sale sulla banchina), il primo è un problema importante. Non tanto per la sponda in pendenza che è una normalità sui fiumi, quanto per la prismata instabile. Un posto dove scivolare e farsi davvero male non è per niente difficile.

Ma la vera difficoltà della gara è stata quella di interpretare al meglio le condizioni del canale e sperare in un buon picchetto. Ormai anche il Canal Bianco sta diventando un canale in cui la zona conta parecchio. In alcune zone è stato complicate catturare una decina di pesci, in altre invece non ci sono stati problemi a fare oltre cinque/sei chilogrammi di pescato. Condizioni legate al fondale probabilmente ed alla presenza di sporco o meno sul fondo.

Il Canal Bianco non si è poi presentato nelle condizioni migliori possibili, condizionato anche da una piena nei giorni precedenti la gara. La forte pioggia cadute nell’area del veronese e vicentino ha riversato molta sabbia e sporco nel canale, oltre ad alzare la velocità della corrente. Anche nei momenti in cui sarebbe dovuta salire la marea, la corrente ha continuato a tirare molto forte. Migliore la situazione della domenica, con meno sporcizia in superficie e sopratutto meno presenza di rami e tronchi.

La pescata si è svolta principalmente su due linee di pesca. Sotto i piedi, con la canna quasi impiccata, a cercare breme di taglia medio – piccola ed attorno ai 20-25 metri con pasturatori molto pesanti. Difficile capire quale fosse la scelta migliore di impostazione, anche per quel che riguarda l’utilizzo degli inneschi. In alcuni casi fouilles e ver de vase sono stati fondamentali, in altri invece quasi inutili. Bigattino bianco e colorato o verme hanno spesso fatto la differenza per la cattura del pesce di taglia.

CLASSIFICA

In questo senso proprio il gruppo Tubertini ha azzeccato tutto. Oltre alla già citata vittoria della Lenza Emiliana Tubertini, il secondo posto è andato alla Tubertini Fishing Club con nove penalità. Terza piazza per un’ottima Cannisti Club Vicenza Colmic con dodici penalità, davanti al Gatto Azzurro Colmic e le due squadre della Alto Panaro Sensas Stonfo. Settimo posto per i campioni d’Italia uscenti del Team LBF Italia Preston Innovations con quindici punti. Fa abbastanza notizia la prestazione dell’intera Lanza Fishingitalia.com. La società comasca che lo scorso anno ha conteso fino all’ultimo il titolo italiano, quest’anno si è presentata con ben quattro squadre. La migliore è stata la squadra C con ventuno punti. A seguire tutte le altre.

ORGANIZZAZIONE DA RIVEDERE

In conclusione, una gara davvero difficile in un campo gara che non può essere considerato positivamente. Confrontato con la prima prova dello scorso anno nel Canale Brian, di sicuro sarebbe stato meglio andare in quel di Caorle. Doverosa anche una citazione sull’organizzazione, che non può essere considerata impeccabile. Il campo è stato letteralmente abbandonato a se stesso. In alcuni picchetti non c’era nemmeno il posto per pescare. In tanti hanno dovuto armarsi di falcetto (anche se era meglio un decespugliatore) per crearsi la postazione. Altra nota negativa, la famosa estensione dei box. Uno dei problemi che hanno portato alla non riconferma del Cavo Lama è stata la distanza delle pedane inferiore ai dieci metri. Benissimo. Nella gara di Piantamelon i box non erano di dieci metri. Pescare a sette/otto metri gli uni dagli altri ed in alcuni casi molto meno per problemi di posizionamento, ha influito sulla pescata finale.

In più anche i box di prova non sono stati posizionati in modo molto uniforme. In alcuni casi gli occupanti del box hanno dovuto pescare a pochi metri di distanza per l’impossibilità di posizionarsi meglio.

Il discorso è sempre il solito. Partiamo dai regionali qualificanti per sfruttare al massimo i campi gara e diminuire le distanze. Per la cronaca, tanto per cambiare, i pescatori della Lombardia occidentale e del Piemonte hanno trovato l’ennesima coda in Autostrada A4 che ha allungato di oltre un’ora il viaggio di ritorno.

Appuntamento al 17 giugno con la seconda prova al Circondariale Valle Lepri di Ostellato. Una gara che si svolgerà la settimana dopo il Challenge Feeder, prova del Mondiale Feeder di luglio.

140426_1° prova Nord

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